Stephen Galatti
Stephen Galatti

«Il nostro leader, Stephen Galatti, era un uomo basso e grasso vestito con abiti stropicciati, che fumava sigarette una dietro l'altra e di solito aveva la cravatta piena di cenere. Non era una personalità complessa. Aveva un mucchio di pregiudizi che oggi non sarebbero politicamente corretti, ma non aveva pregiudizi sulle persone. Gli importavano i singoli individui in modo quasi ossessivo e ci ha inculcato fin dall'inizio l'idea che noi ricoprivamo un ruolo che doveva essere di assoluta fiducia per ogni studente che veniva dagli Stati Uniti o dall'estero e che era nostra responsabilità personale fare in modo che ogni studente, ragazzo o ragazza, facesse la migliore esperienza possibile».

Ward B. Chamberlin, 1993

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Stephen Galatti
Il grande organizzatore

Dopo aver svolto il servizio nella Section III, in Alsazia, Stephen Galatti viene scelto da Piatt Andrew per occuparsi della sttrutura organizzativa dell'AFS, dirigendo le operazioni dal quartier generale di Parigi.

Stephen Galatti nasce a Monmouth Beach, New Jersey, l'8 agosto 1888. I suoi genitori sono immigrati greci, Paul Stephen e Angelique Kessisoglu. Dopo aver frequentato la St. Mark's School a Southboro nel Massachussetts, si laurea in economia ad Harvard nel 1910: le sue innate capacità di leader si rivelano ben presto nell'attività sportiva, svolta ad alto livello, dato che ricopriva il ruolo di quarterback della squadra di football del college.

Bob Thayer, suo compagno di college e successivamente in AFS, ritiene che l'esperienza personale sia stata decisiva per far maturare in Galatti la convinzione che giovani di diverse nazioni possano rendere migliore il mondo attraverso una mutua comprensione, libera dai pregiudizi degli adulti:

«Dato che era straniero negli Stati Uniti - suo padre era greco e sua madre, penso, russa - fu molto impressionato dal modo in cui gli altri ragazzi americani lo avevano accolto alla St. Mark's School. Trovò subito il suo posto nel mondo e questa facilità di inserimento gli fece apprezzare l'importanza del fatto che i giovani siano senza pregiudizi e cerchino di comprendere il punto di vista di qualcuno che abbia un retroterra culturale del tutto diverso».

Ottenuta la laurea, Stephen, come suo padre e suo fratello prima di lui, si reca in India a cercare fortuna impiegandosi nella Ralli Brothers, East India Merchants: lavorando negli uffici di New York, Londra e Calcutta fra il 1911 e il 1914.

Allo scoppio della Grande Guerra, Galatti trova un impiego all'Ambasciata di Londra, dove rimane fino a Novembre del 1914. A settembre del 1915 si offre volontario nell'American Field Service e viene assegnato alla Section Three, operativa in Alsazia.

Il servizio svolto dalla Section Three risulta fondamentale nello sviluppo futuro dell'AFS. La topografia della regione, quasi completamente montuosa, e le abbondantissime nevicate, costringono gli ambulanzieri ad adottare soluzioni sperimentali, che si rivelano però di grande efficacia: le Ford T sostituiscono i muli persino nelle strade innevate di montagna; il metodo escogitato dagli ambulanzieri riduce i tempi dell'evacuazione in modo significativo passando in media da tre ore a una soltanto. Al comando della Section Three c'è il pluridecorato Lovering Hill: Galatti ha per lui parole di grande ammirazione e lo volle accanto a sé per riorganizzare il servizio durante la Seconda Guerra Mondiale.

Nel gennaio del 1916, il Fondatore, con la consueta preveggenza, si rende conto che le capacità organizzative e la naturale leadership di Galatti non potevano essere confinate all'interno di una sezione: decide quindi di affidargli la direzione logistica dell'intero American Field Service presso il 21 di Rue Raynouard. Dal quel momento fino al 1964, prima affiancato da Andrew e poi da solo, Galatti sarebbe stato alla guida dell'American Field Service.

Stephen Galatti Nel Rue Raynouard Issue - numero speciale del bollettino dell'AFS dedicato al "21", pubblicato nell'aprile del 1919 - l'ambulanziere John R. Fisher dedica a Galatti un ritratto indimenticabile:

«Entrando al 21 di Rue Raynouard, nella primavera del 1917, si rimaneva stupiti dall'agitazione che vi regnava: bagagli, rifornimenti, giovani reclute che sfilavano in una interminabile processione. Il personale dell'ufficio, soffocato dalle incombenze, non faceva caso alla presenza di un nuovo arrivato [...].

Alla fine, se continuavi a insistere, qualche anima buona ti indirizzava verso una porta, con l'indicazione "Mr. Galatti". A questo punto, entravi - lui si arrangiava come poteva per prendere il tempo di ricevere tutti - e rimanevi subito impressionato dal caos: si trattava dell'ufficio più disordinato del mondo. Nessuno avrebbe potuto fare una descrizione fedele della realtà di quella scrivania. C'era di tutto: lettere, carte, libri, taccuini, matite, sigarette e ancora lettere, pile di carte e pile di lettere.

Si poteva a malapena vedere Galatti, seduto dall'altra parte. Esponevi la tua richiesta e lui ascoltava. Molto probabilmente, mentre parlavi, rispondeva al telefono e prendeva delle note illeggibili, che non avevano nessun rapporto con il soggetto della conversazione; ma questo non aveva alcuna importanza. Lui ti ascoltava, ti capiva perfettamente. Qualche volta ti diceva che non era possibile ottenere quel che volevi: la conversazione allora era finita, tutti sapevano che era il sistema, più o meno elegante, con cui si liberava della presenza di qualcuno.

Altre volte, se pensava che gli raccontavi sciocchezze, non rispondeva affatto, ma ascoltava e ascoltava ancora finché non ne avevi abbastanza e te e andavi. Non ti trattava mai come un idiota. Non trattava mai nessuno in quel modo. Sapendo che c'erano una cinquantina di persone alla settimana che passavano per Rue Raynouard e che ciascuno di loro aveva piccole richieste, ci si chiede come potesse mantenere la calma. Ma lui non si spazientiva mai - la cosa avrebbe portato via tempo e lui non aveva tempo da perdere.

Generalmente, quando arrivavi al punto, diceva qualche cosa di breve e decisivo, tipo: "Il miglior treno parte alle 8 alla Gare de l'Est", oppure "Vai a vedere al n. 26 di avenue des Ternes", oppure "Tuo cugino è nella sezione 8. Sarà qui in permesso un giorno o due", oppure ancora, "me ne occuperò". E se ne occupava sempre: all'inizio non potevi crederlo. Non avresti mai immaginato che potesse trovare il tempo di fare quel che invece faceva: ma ti sbagliavi. La tua richiesta poteva anche essere incredibile, ma se ti diceva che si poteva fare, aveva sempre ragione: uno o due giorni dopo, ti faceva portare la valigia che avevi perso, o ti trovava un posto nella sezione in cui volevi andare. [...]

La cosa più straordinaria era la sua memoria. Agli antipodi delle montagne di carte, nella sua scrivania c'era uno schedario: ma era sepolto troppo in profondità per essere utilizzato. Lui non ne aveva bisogno: sapeva bene dove erano le macchine e dove erano gli uomini. Se la Sezione 8 riferiva che non aveva ricevuto un barile di olio, lui sapeva esattamente, nella sua testa, in quale giorno era andato perso, chi aveva guidato fino a rue Pinel e il nome del Marechal des Logis che avrebbe dovuto occuparsi di rintracciarlo».

Quando gli Stati Uniti entrarono in guerra, Galatti viene nominato prima Capitano dell'U.S. Army Ambulance Service e successivamente Maggiore.

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Un uomo solo al timone

Dopo la morte di Piatt Andrew nel 1936, Stephen Galatti viene nominato direttore generale dell'AFS. Le sua capacità direttive e amministrative consentono all'AFS di operare durante la Seconda Guerra Mondiale su più fronti portando assistenza a oltre 700.000 feriti.

Stephen Galatti Alla fine di maggio del 1919 il lavoro a Parigi è finito, le porte del "21" sono chiuse e Galatti rientra negli Stati Uniti. L'esperienza all'AFS lo ha maturato, ha una laurea ad Harvard e grandi capacità: ed è deciso a farle valere.

Grazie alle sue influenti amicizie presso la comunità americana di Parigi, a giugno del 1919 Galatti è assunto presso la prestigiosa società finanziaria John Munroe & Co, attiva dal 1836. È un lavoro di grande impegno e responsabilità, che gli permette di tornare spesso in Francia, dato che gli uffici della società si trovano sia a New York sia a Parigi.

Nel 1925 si sposa con Grace Sands Montgomery. Il New York Evening Post del 22 settembre 1925 dà ampio risalto al matrimonio, facendo notare come la cerimonia sia stata riservata ai soli parenti e sia stata celebrata in un clima di grande sobrietà. Un matrimonio felice, ma breve. Dopo avergli dato un figlio, Stephen jr., Grace muore nel 1934 ed è sepolta nel cimitero di Rhinebeck.

A causa della crisi del 1929, la società finanziaria John Munroe & Co deve chiudere: ma Galatti attraversa indenne questo difficile momento. Non passano neppure pochi mesi, che trova lavoro come agente di borsa nella società Jackson & Curtis: dove sarebbe rimasto fino al 1954. Metodico e puntuale, alle 15, ora di chiusura delle contrattazioni a Wall Street, ogni giorno Galatti si reca nell'ufficio dell'AFS e vi resta spesso oltre l'ora di cena.

Un altro lutto, questa volta nella grande famiglia di AFS, ma altrettanto doloroso. Il 3 giugno del 1936 muore Abram Piatt Andrew: Galatti assume la direzione generale dell'AFS. È solo. Per la prima volta. Incerto è il futuro dell'associazione e i tempi che si prospettano sono cupi. L'11 settembre 1938, all'inaugurazione del Padiglione dei volontari americani al Museo franco-americano di Blérancourt, Galatti non c'è, e il clima di festa è guastato dalle notizie che giungono da Parigi: soffiano nuovamente i venti di guerra e la Francia ha richiamato i riservisti sula linea Maginot.

Stephen Galatti Settembre 1939. Pochi giorni dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, nei nuovi uffici di New York, Galatti si assume la responsabilità di decisioni storiche. Per prima cosa, decide che l'American Field Service debba rinascere come servizio di ambulanzieri: perché la Francia ne ha nuovamente bisogno. Inoltre, su indicazione del governo francese, il neonato servizio richiede volontari giovani: e Galatti si prende la responsabilità di direi di no a molti ex ambulanzieri, reduci della Prima Guerra Mondiale.

Dal suo ufficio di New York Galatti amministra le operazioni prima in Francia poi su tutti i principali scenari del conflitto: Nord Africa, India e Birmania, Italia e, sul finire della guerra, Francia e Germania. Galatti riesce a trasformare l'AFS, che nel primo dopoguerra era divenuto una realtà tutto sommato piccola, in una associazione capace di trovare e raccogliere ingenti finanziamenti, di reclutare e organizzare l'addestramento dei volontari, di rifornire di ambulanze e autisti l'esercito alleato: in un primo tempo, le truppe libere francesi; poi anche inglesi e americani. Sotto la sua guida, i volontari dell'AFS durante la Seconda Guerra Mondiale trasportarono con le loro ambulanze oltre 700.000 feriti, portando assistenza anche ai nemici.

Durante la Prima Guerra Mondiale, AFS aveva operato solo in Francia e Abram Piatt Andrew poteva contare sul contributo di Sleeper, instancabile raccoglitore di finanziamenti, e sullo stesso Galatti, capace di organizzare il servizio in maniera impeccabile. Durante la Seconda Guerra Mondiale, Galatti può valersi di eccellenti collaboratori e di una rete molto efficiente: ma non è esagerato ritenere che se AFS ha potuto giocare un ruolo così importante, su così tanti scenari, il merito sia stato sostanzialmente suo.

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Stephen Galatti
Gli anni di Stephen Galatti (1946-1964)

Nel secondo dopoguerra Galatti riprende il programma di scambi studenteschi. Sue sono alcune felici intuizioni: quali l'estensione del programma ai liceali, l'organizzazione del Bus Trip e l'idea di accogliere ragazzi tedeschi negli Stati Uniti.

Stephen Galatti A partire dal 1946, Galatti decide che AFS avrebbe potuto giocare un ruolo fondamentale nell'ambito delle relazioni internazionali stabilendo un programma di borse di studio destinato a portare ragazzi europei negli Stati Uniti per un anno.

Il primo gruppo di studenti, arrivato negli Stati Uniti nel 1947, proveniva da Cecoslovacchia, Estonia, Francia, Gran Bretagna, Grecia, Olanda, Nuova Zelanda, Norvegia e Ungheria. Ma il contributo più grande dato da AFS alla causa della pace nel mondo è stato certamente il programma che portò negli Stati Uniti 111 ragazzi tedeschi nell'a.s. 1950-1951, sponsorizzato dal Dipartimento di Stato Americano.

Il programma dedicato ai giovani tedeschi garantì all'AFS una grande visibilità, sia nazionale sia internazionale, consentendo di ampliare i propri orizzonti, aumentando il numero di giovani ospitati negli Stati Uniti e coinvolgendo nel programma anche altri stati del mondo, fra cui la stessa Germania.

«In tempo di guerra, tutto funzionava a meraviglia perché [Galatti] aveva eccellenti collaboratori alla testa degli uffici al Cairo, a Napoli, a Calcutta, a Bombay e in tutte le altre parti dove AFS si era insediato. Quel che faceva Steve, in realtà, era di restare al corrente di ogni cosa e di assicurarsi che il flusso di fondi fosse continuo. Stava seduto con i suoi quadernetti e le sue matite appuntite e seguiva tutto, senza per questo smettere di pensare. [...]

Fu egualmente grande anche nel programma con i liceali, perché conosceva praticamente tutti. Non sapeva dirvi se l'uno o l'altro si trovassero in questa o quella scuola, ma trovava sempre il tempo di occuparsi di un ragazzo se aveva problemi. La sua simpatia istintiva e la sua intuitiva dolcezza sapevano esattamente come gestire la situazione. Risolveva il problema rapidamente, come se niente fosse. Era la sua abilità speciale. [...]

Stephen Galatti Quando abbiamo cominciato il programma delle borse riservate ai più giovani, arrivava in ufficio sempre alle tre in punto nel pomeriggio e restava fino alle sette, sette e mezzo di sera. Prima della morte di sua madre, Steve non aveva soldi - non aveva soldi, veramente, e trascorreva tutto il suo tempo all'AFS. In ufficio, si occupava praticamente solo di cercare fondi. Era un altra abilità: aveva un incredibile successo nella ricerca di fondi ! [...]

Tutti riconoscono che Steve prendeva da solo tutte le decisioni e che voleva essere al corrente di tutto ciò che succedeva. È interessante osservare che tutti coloro che hanno avuto a che fare con lui e con il programma di scambi sono d'accordo su questo: le persone facevano ciò che Steve voleva che facessero. Questo era vero per i volontari, per il personale, per i membri e il personale del Consiglio, per i donatori. Dal momento in cui qualcuno avesse manifestato un interesse per AFS, era agganciato a vita».

Questa testimonianza di William Hooten, collega di Galatti nell'AFS, coincide con un divertente ricordo personale dell'ambulanziere ed eroe di guerra Ward Camberlin:

Stephen Galatti «Galatti era un maestro nel chiedere alle persone di fare le cose; ed era capace anche di chiedere quelle più imbarazzanti. Una volta mi ha chiamato alle dieci di sera in Connecticut e mi ha detto: "Ward, c'è uno studente in arrivo sul treno fra mezz'ora. Andresti alla Stazione ferroviaria a prenderlo e portarlo ai suoi genitori ospitanti?". Ovviamente mi sono rivestito, sono andato alla Stazione e vi ho trovato questa giovane donna. Non ho avuto neppure il modo di telefonare alla famiglia che l'avrebbe ospitata. Così, semplicemente, ho bussato alla porta: e come la maggioranza di voi ha sperimentato in AFS, la porta si è aperta, e una donna meravigliosa ha accolto gentilmente questa ragazza, come se l'avesse aspettata per tutta la vita e come se fosse la cosa migliore che potesse capitare a lei e a tutta la sua famiglia».

Sono gli anni di Galatti: dal 1946 fino al 1964, anno della morte, AFS seppe garantire ai giovani studenti ospitati negli Stati Uniti la possibilità di una esperienza indimenticabile, che li avrebbe profondamente segnati, in positivo, per tutto il resto della loro vita. Questi anni, per i borsisti che li vissero direttamente, hanno preso la forma nel ricordo nel nome del translatlatico che li aveva portati negli Stati Uniti, nell'accoglienza della famiglia ospitante e della comunità... ma la vera idea geniale che distingueva il programma di accoglienza dell'AFS era il Bus Trip, quel meraviglioso viaggio attraverso tutti gli Sati Uniti che permetteva a ragazzi di tutte le nazioni di partecipare al grande sogno americano.

Al momento della sua morte, avvenuta il 13 luglio 1964, il programma di AFS era stato stabilito in 60 paesi: Galatti non si era limitato a delineare il futuro all'Associazione, ma aveva costruito la strada sulla quale ancora oggi AFS, Intercultura e le altre associazioni nate nei vari paesi procedono con passo sicuro.

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